Un viaggio alla scoperta dell’altro

Sono appena tornata da un viaggio in Marocco e, tra le tante ricchezze che mi sono portata a casa, ho ancora impresso nella mente gli sguardi incrociati, intensi, carichi di essenza e di diffidenza, ognuno con la sua storia e la sua soggettività, sguardi umani, sguardi di cani, di gatti e di capre.

Prima di questo viaggio mi soffermavo su analoghe riflessioni relative a cani in canile o in famiglia e oggi, con questo articolo, vorrei intraprendere con voi un viaggio alla scoperta dell’altro, in questo caso il cane, un cammino virtuale guidato dai sensi nell’affascinante mondo dell’alterità.
 

 

CHI SEI? COME SEI FATTO? COSA SENTI? COSA PENSI?
TI ASCOLTO, TI SENTO, MI CONCEDO

 

 
Prendiamoci un momento che dedichiamo al cane, un momento in cui ci dedichiamo al cane, momento di relax e allo stesso tempo di attenzione e dedizione, momento in cui accettiamo di lasciarci andare alla scoperta del corpo del cane e viceversa, senza richieste, senza pretese, senza performance, accettando di perdere il controllo della situazione, semplicemente Noi e la disponibilità condivisa di oltrepassare zone prossemiche intime.

I nostri sguardi s’incrociano, ci avviciniamo e… che interazione sia!
Subito mi guardi interrogandoti sulle mie intenzioni, poi, percependomi in “fase di coccole” e propensa, ti avvicini ancora di più e ti lasci andare: inizia così il nostro viaggio.

Osserviamo il cane con cui stiamo interagendo, se gradisce e ci permette di entrare in contatto, vedremo come gradualmente si abbandonerà al nostro tocco, lento, delicato e morbido, passando da una postura neutra in piedi ad una distesa a terra sul lato preferito fino a chiudere gli occhi e rilassarsi completamente.

Partendo dalle zone del corpo che il cane ci offre iniziamo un’accurata esplorazione, accarezziamo il pelo e noteremo che ci sono punti in cui è più morbido, altri più ispido, a volte va in un senso e poi improvvisamente nell’altro, punti in cui ha un colore e muovendo i peli, il mantello ne rivelerà un ventaglio di tonalità diverse, ci saranno zone del corpo in cui il cane “frizionerà” la pelle, come un tremore, e altre zone in cui sospirerà e si rilasserà ulteriormente.
Piano piano ci spostiamo con il massaggio verso la zona del collo salendo verso le guance, più o meno paffute o muscolose, con delicatezza sentiremo come si allenteranno i muscoli e la pelle diventerà sempre più elastica; scivolando con il contatto giungeremo alla zona delle orecchie e sarà sorprendente percepirne le temperature più basse nella parte esterna e un caldo tepore addentrandoci tra le cavità del padiglione auricolare, tra l’altro inaspettato punto gradito da vari soggetti che ho incontrato e potuto esplorare.

Facendoci guidare sempre dalla disponibilità del cane al contatto, potremmo proseguire il nostro viaggio approcciando la testa e la fronte con carezze delicate come pressione e varie tipologie di movimenti, dal grattino al movimento più fluido e allungato fino a scendere verso le spalle e in un secondo momento le anche.

Ampliamo il monitoraggio corporeo, sfumando il contatto e arrivando alle zampe, sfiorando e massaggiando i polpastrelli, le dita e gli spazi interdigitali, sarà affascinante percepire anche le diverse temperature delle parti del corpo relative a cavità o superfici più esposte all’esterno e in quali parti il cane avrà solletico e se in un secondo momento ne trarrà beneficio. Gradualmente risaliamo l’ultima zampa esplorata, ripassiamo dal fianco con carezze lunghe e distensive, concentrandoci anche sul respiro e sul battito cardiaco del cane, fino a giungere alla coda, rispettando sempre i feedback e la fisicità del cane, valutiamo durante la manipolazione se sia possibile massaggiare la base, l’attaccatura della coda fino ad arrivare alla punta più estrema concludendo con carezze fluide, morbide e lunghe.

Nel frattempo, onorati per questo tempo condiviso, è importante porre l’attenzione anche sui sensi che noi stessi abbiamo e possiamo attivare e valorizzare, dalla vista al tatto sicuramente palesati, tenendo presente che il monitoraggio sopra citato, con attenzione e precauzioni, può essere affrontato con le mani, le braccia, talvolta con i piedi, ma anche con il nostro viso e sarà evidente come verranno coinvolti naturalmente anche gli altri sensi quali l’udito, l’olfatto e il gusto; annusando e respirando a stretto contatto con il cane potremo percepire l’odore del pelo, del muso, dei polpastrelli, sentire e vivere l’odore della terra, dell’erba, dei boschi, della sabbia, l’odore del vissuto di ogni cane con cui apriamo questa cornice intima.
I sensi si fondono e da un odore, da uno sguardo, da un vocalizzo, da un gesto si aprono mille finestre, ognuna con mille curiosità: “chissà cos’hai sentito, dove hai camminato o corso e cosa hai provato, quali pensieri, quali emozioni ti accompagneranno poi nei passi successivi”.

Lo stesso viaggio esplorativo lo fa il cane con noi, comunicando primo approccio e intenzioni con spazi, distanze, feromoni, non percepiti da noi, prossemiche, posture, sguardi, zampe, mantello e bocca.
Ma noi siamo disposti a lasciarci andare, a perdere il controllo della situazione e a farci esplorare dal cane durante questo cammino sensoriale? Chi si concederà potrà notare come, aprendo una cornice chiara di contatto in questo caso, il cane si mostrerà attento e sarà lui stesso, conoscendosi, a modulare la propria interazione, userà la bocca, le zampe, il corpo, il fiuto e i feromoni, entusiasta di poterci esplorare e contemporaneamente saprà monitorare il nostro assetto emozionale accertandosi che il tutto sia un bel momento per entrambi.

Personalmente, affascinata dal mondo dei sensi, ho osservato e proposto lo stesso viaggio condiviso nella dimensione acquatica, ed è stato profondamente interessante vedere come ogni soggetto approcci ed affronti, in modo singolare, l’elemento acqua in ambito somestesico, cinestesico, propriocettivo, somatopsichico e psicosomatico, in autonomia e in relazione con conspecifici ed eterospecifici e come questa esperienza lo influenzi e arricchisca poi in ambito sociale e individuale, dando competenze, tra le tante, nel gestire reattività, implementare sicurezze e autoefficacia relazionale, contestuale e operativa.

Tengo a precisare che questo viaggio attraverso il contatto non va proposto a tutti i cani, anzi, sarà fondamentale sviluppare vista e osservazione per poi, se possibile, valutare il soggetto e la disponibilità alle manipolazioni dello stesso e, a seguire, rispettare propedeuticità e gradualità che consentano alla coppia in interazione di godersi il viaggio!

Un grazie profondo a tutti i cani incontrati finora e a Prince, compagno principe indiscusso, che mi ha ispirata nell’intraprendere questo genere di viaggi nella dimensione terrena e acquatica, dimensione in cui lui stesso, quando mise per la prima volta una zampa in acqua al mare, si meravigliò nel vederla ingigantirsi all’istante perché i peli immersi si aprivano e gonfiavano e dopo questa scoperta giocò per parecchi minuti (parecchi, parecchi!) ad osservarsi le zampe in acqua e fuori alternandole fino ad arrivare quasi a fare un balletto.

Ringraziandovi per l’attenzione, auguro a tutti voi un buon viaggio sensoriale alla scoperta dell’altro!

Autrice: Jessica Alberghini. Educatore Cinofilo Siua e FICSS, Tutor e Docente Siua, Tecnico di MobilityDog®, Responsabile del settore Acqua SIUA

Copertina: wellopet.be